Cenni storici

Cenni storici

Ultima modifica 30 gennaio 2024

Così come quella francese, anche la Nizza monferrina ha avuto probabilmente origine etimologica da una proprietaria di fondi chiamata Nice o Nicia, denominazione a sua volta derivata dalla dea greca Nike (Vittoria).
Per tutto il periodo medioevale il nome è stato caratterizzato dal determinante Palearum o della Paglia, riferito alla consuetudine di coprire le case con steli erbacei essiccati, ipotesi oggi in secondo piano rispetto a quella che identifica invece la presenza di un corso d'acqua ricco di erbe di questo genere.

L'anno 1225 viene considerato come data di fondazione della città, sorta intorno alla antica abbazia di San Giovanni in Lanero, grazie all'unione degli abitanti dei sette castelli circostanti, distrutti dagli Alessandrini nella contesa con gli Astesi che conobbe l'epilogo in uno scontro avvenuto a Calamandrana il 7 settembre di quell'anno.

Sulla nascita di Nizza esiste anche la fantasiosa narrazione riportata nel "Fodero", poema satirico sulla fondazione della città, opera dell'abate Giulio Cesare Cordara, in cui si racconta della ribellione dei terrazzani contro i signori del luogo, smaniosi in quel tempo di far valere lo ius primae noctis sulle fanciulle.

Già dal 1235 si hanno notizie circa l'erezione in comune di Nizza ed il 24 novembre 1264 venne stipulato l'atto di adesione a favore del marchese di Monferrato. Nel 1268 la città si oppose per quaranta giorni agli assalti delle truppe di Carlo d'Angiò dando inizio a quella reiterata serie di assedi e occupazioni che ha costituito la costante di tutte le vicende storiche nicesi.

Fino al quindicesimo secolo restò, con alterne vicissitudini, sotto l'egida dei monferrini Aleramici, prima del 1305, e Paleologi, dopo, subendo ripetute visite di truppe straniere, come nel luglio del 1391 ad opera del conte d'Armagnac che la mise a ferro e fuoco.

Nel 1495 Carlo VIII re di Francia, passando da Nizza con il suo esercito soggiornò nel convento di Santa Maria delle Grazie da pochi anni costruito.

Con la creazione del Ducato di Mantova, il territorio nicese passò ai Gonzaga, desiderosi di impossessarsi di un territorio a quei tempi ricco di uve pregiate, cereali, lino, canapa, zafferano e altri prodotti della terra. La coltivazione del gelso, l'allevamento del baco da seta e la filatura dei bozzoli completavano un fiorente panorama economico.

Dai primi anni del Seicento si dovette registrare una netta inversione di tendenza, dovuta a tutta una serie di problemi quali carestie, pestilenze (1630) e soprattutto a una sequenza di pesanti assedi a cui la città venne sottoposta.

Il più famoso fu senza dubbio quello posto dal 12 al 24 maggio 1613 dalle truppe del Duca Carlo Emanuele I di Savoia, conclusosi positivamente per i Nicesi, secondo la tradizione locale, dopo il miracolo della lampada posta davanti alla statua di San carlo, illuminatasi spontaneamente nella chiesa di San Francesco.

Spagnoli e francesi si alternarono in attacchi alle mura della città nel 1625, 1628, 1629, 1637 fino a quando, nel 1647, gli Aragoni entrati in Nizza la rasero al suolo abbattendone anche la cinta muraria.

La seconda metà del Seicento fu caratterizzata a livello generale dalla infausta politica di Ferdinando Carlo Gonzaga che, per coprire i debiti creati dalla fallimentare gestione del ducato, non esitò a vendere beni e proprietà della comunità, spogliando Nizza di molte sue ricchezze.

La guerra, scoppiata tra Francia e Austria, coinvolse ancora una volta le terre monferrine che poterono salutare la liberazione dalle occupazioni straniere solo con l'avvento dei Savoia, trovatisi a governare una Nizza da poco riconosciuta Città Ducale, con decreto del 23 luglio 1703.

Intanto andava localmente accrescendosi il potere della famiglia Crova alla quale fu riconosciuto il titolo baroni di Vaglio e signori di Nizza; i suoi rappresentanti governarono con discutibili metodi la città per parecchi decenni, suscitando sovente critiche e contrasti con la comunità nicese, scatenando le ire di altre famiglie nobili della zona, specialmente dei Cordara di Calamandrana con cui furono in lite per quasi due secoli.

Nonostante il re Vittorio Amedeo II avesse concesso, nel 1711, il mercato nel giorno di mercoledì, i danni arrecati dai Crova si fecero avvertire ancora una volta in campo economico e la situazione prese a migliorare solo quando iniziò a rifiorire l'industria della seta che, verso la fine del Settecento, occupava circa cinquecento persone in ben nove filande.

Alla fine del XVIII secolo, il vento rivoluzionario che soffiava dalla Francia raggiunse anche le terre nicesi dove l'iniziale esaltazione venne presto a scontrarsi con movimenti controrivoluzionari culminati nei disordini del dicembre 1799, quando gruppi di insorti dei paesi vicini furono cacciati, a randellate, dagli abitanti di Nizza.
Il generale stato di crisi che si registrò con il ripristino della monarchia sabauda venne affrontato a Nizza positivamente grazie alle straordinarie doti di uno dei suoi uomini illustri, il cav. Pio Corsi di Bosnasco che, eletto sindaco, seppe trasformare la città grazie a una serie di importanti modifiche strutturali. A lui si deve la pubblica illuminazione con fari ad olio, il primo sistema fognario, un generale ripristino della rete stradale urbana, molte incentivazioni e iniziative di carattere commerciale che avrebbero portato in breve Nizza ai fasti di un tempo.

L'immatura scomparsa nel 1829 troncò un processo brillantemente iniziato e la città riconoscente decise di intitolargli una delle vie principali e il foro Boario.

Della seconda metà dell'Ottocento occorre ancora segnalare la fondazione nel 1877 da parte di Don Bosco dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice che, oggi, conta dipendenze in diverse parti del mondo.

Oltre al già citato Pio Corsi, questo fu un secolo di grandi personaggi, quali: Bartolomeo Bona e Vittorio Buccelli che ricoprirono importanti incarichi politici a livello nazionale; Paolo Pio Perazzo, semplice ferroviere ma grande uomo di fede religiosa; Gian Felice Gino mitico pioniere del volo e, in particolare, Francesco Cirio, geniale industriale del settore conserviero alimentare che, grazie a intraprendenza e senso pratico non comuni, fece conoscere Nizza e i prodotti della sua terra a tutto il mondo, impiantando un'azienda ancora oggi leader del settore.

(a cura di Giuseppe Baldino)


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